L’elaborazione del sistema
Paolo Antonio Simioni emerge come una figura di spicco della metodologia per l’attore dopo un lungo percorso di studio ed elaborazione tecnica, cominciato a soli 15 anni, quando diventa il più giovane allievo di Susan Batson. La scelta di affidarsi a un metodo straniero non nasce da una forma di fascinazione esterofila, bensì dalla crisi politica e, di conseguenza, tecnica italiana. Simioni dunque, tra i 15 e i 22 anni seleziona tutte le componenti “scientifiche” di costruzione del personaggio e di analisi della scena che il metodo di Batson può trasmettergli, ma trascorre il decennio successivo alla purificazione del sistema da tutte le componenti culturali americane: una sorta di taglio chirurgico, soprattutto di tutto che concerne il lavoro diretto sul personale dell’attore, per Simioni troppo psicologico e fondamentalmente inutile ai fini dell’arte.
Due esperienze in particolare giocano un ruolo fondamentale in questo processo di trasformazione innanzitutto l'insegnamento di Giuseppe Bevilacqua, che gli trasmette il metodo Costa; in secondo luogo la frequentazione degli attori brechtiani a Berlino. Di conseguenza il sistema di Simioni acquista delle caratteristiche molto meno psicologiche, più materiche (grazie alla ricerca sul carattere vibrazionale degli stati emotivi) e con un maggiore controllo, più impersonale, da parte dell'attore, capace di farsi attraversare dalle energie richieste dal testo e di accompagnare il personaggio nel suo percorso, con una perfetta gestione del piano personale, psicofisico e creativo sempre ben distinti.
Il sistema
Simioni propone un percorso grazie al quale l’attore, oltre ad allenare, sensibilizzare e “accordare” il proprio strumento, può parallelamente apprendere una tecnica molto elaborata ma altrettanto efficace di costruzione del personaggio e di analisi del testo.
Relativamente alla costruzione del personaggio i principi di base del suo sistema si fondano sulla struttura tripartita, ovvero sull’individuazione delle energie e dei contenuti contraddittori che danno vita alla sua struttura psichica, emotiva e fisica, individuabili in tre energie dinamiche di base connesse agli impulsi vitali più autentici, alla sua volontà inconscia e alle energie di relazione che il personaggio mette in atto.
Si tratta di un’indagine capace di dare un colpo d’occhio immediato sulla struttura del personaggio e di cominciare a costruirlo dalla sua “intimità” fino alla “persona pubblica” attraverso una serie di step:
Sogno del personaggio, Arco emotivo nel momento privato, Intimità, Magic box, Gesti psicologici, Attività quotidiana, Intervista, Comizio, Conflitto, Bisogno, Animale, Oggetti, Circostanze precedenti del testo, Temi del testo ecc.
Parallelamente al percorso di individuazione della struttura del personaggio l’attore affronta l’analisi del testo e delle singole scene, applicando la struttura tripartita in un’analisi che si presenta su diversi livelli: dalla macrostruttura dei cicli psicologici, fino alla microstruttura dei beat, in quest’ordine:
1) Archi dei cicli psicologici divisi in energia di relazione, conflitto e connessione; 2) Temi del testo, divisi in titoli, impatto emotivo e azione; 3) Obiettivi, definiti in “come se”, 4) Beat, divisi in operativo, stato del personaggio, esposizione, bisogno, conflitto. 5) Flusso, espresso tramite le sei risposte di base.
Questi step conducono l’attore a una piena liberazione energetica del proprio strumento, alla piena gestione della propria creatività in una struttura razionale che non lascia nulla all’arbitrio e copre ogni campo delle esigenze tecniche dell’attore, oltre a rivelargli l’assoluta semplicità di un principio: il personaggio È la corretta sequenza delle sue azioni fisiche e dei suoi stati emotivi.
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